BIOGRAFIA

Gianfranco Pagliaro incarna il ruolo dell’artista VISIONARIO e ANTICIPATORE, le sue sperimentazioni anni ’80 hanno già il sapore di quella che sarebbe diventata l’ARTE DIGITALE del futuro, nella quale inbridava le sue passioni per la grafica, il design, la moda e la pittura. Linguaggi che attraversava con talento usando tecniche diverse: stoffe, acquarelli, acrilici, aniline, collage, stampe al computer, matite grasse, gessetti, pastelli, ecc. realizzando delle opere che sono già estate esposte in due mostre nel 1993.

Era nato a Venezia l’11 settembre del 1959 da una famiglia di origini istriane, aveva studiato pochissimo e si era dedicato da subito al disegno.

Gianfranco ibridava con leggerezza la computer grafica con la moda, il design, il cinema, la pubblicità e i video clip degli anni ’80 perchè figlio di una stagione artistica zeppa di riferimenti e con una voglia potente di mescolare potenzialità nuove. Pur essendo un anticipatore dell’arte digitale, disegnava e cuciva abiti e cravatte, faceva il grafico, gestiva e amava il cinema e lavorava alacremente e contemporaneamente a molti progetti nei quali la tecnologia era un aspetto dominante.

Dal 1984 al 1987 aveva creato, insieme alla moglie Lella Varesano, un laboratorio artigianale – ELETTRAKROM – nel quale per la prima volta in modo acerbo si coniugava la moda anni ’80 con la grafica computerizzata, il design post moderno, la video arte e la musica elettronica.

Nel 1987 si era dedicato alla grafica da libero professionista realizzando l’immagine per il festival teatro ragazzi di Muggia, per la cooperativa Bonawentura, la casina di luce per il teatro Miela, la grafica per il teatro Verdi, per il Teatro e scuola, per il neonato festival dell’Europa centro orientale oggi Trieste Film Festival.

Nel 1989, sempre insieme alla moglie, aveva gestito il cinema Alcione di Trieste sua grande passione che non smetteva di citare in molte delle sue opere.

Muore nel 1991 a seguito di un incidente stradale.

Gianfranco Pagliaro a casa, al suo tavolo da disegno che aveva realizzato con un pianale di legno tagliato a forma di fagiolo e dipinto del colore Tiffany con 4 sottilissime gambe di acciacio nero recuperate da un tavolo anni ’50, foto datazione incerta 1990 o 1991.